Nuovo portone della chiesa rurale di S. Maria a piè di costa
|
Dalla relazione tecnica inviata alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche: “La vecchia porta lignea si trova ancora messa in opera sul portale d’accesso della chiesa rurale di Santa Maria a piè di Costa. Misura c. cm. 129,0 x H 239,0; spessore mm 80,0; ed è divisa in due ante infisse e battenti a muro di uguale larghezza. Il legno utilizzato è un olmo di provenienza locale. E’ costruita con struttura a doppio assito a formare due fodere ortogonali, verticale sul lato interno e orizzontale sul lato esterno, con funzione strutturale; l’unione delle tavole è assicurata da un incastro aperto a 1/2 spessore . Allo strato esterno è sovrapposto un “falso telaio” perimetrale alle singole ante della larghezza di c. mm 90,0, con angoli tagliati e accostati a “unghiatura”. Una cornice intagliata sullo spessore delle assi del telaio, di c. mm 30 di larghezza, corre lungo il perimetro interno dello stesso. Non è stato possibile rilevare la dimensione dello zoccolo in quanto, allo stato attuale, la parte risulta totalmente mancante. Tuttavia è da ritenere che fosse presente un traverso inferiore di maggiore altezza a mò di zoccolo, probabilmente in corrispondenza del rientro del portale. La connessione delle tavole è realizzata con chiodi forgiati (forma tipica del secolo XVIII), incassati e ribattuti sul lato interno, ma fuoriusciti e resi evidenti dal forte ritiro dimensionale che ha subito il legno. La ferramenta originale è ancora tutta presente e discretamente conservata, fissata al legno con i chiodi. La sospensione delle ante avviene con semplici bandelle diritte; la vecchia chiusura incassata si trova ancora al suo posto ma risulta ormai inservibile, mentre il braccio infisso a muro svolge ancora la sua funzione di bloccaggio in posizione chiusa dell’anta destra. La parte esterna conserva ancora ampie zone dello strato residuo di vernice molto alterato, dal quale tuttavia si può rilevare ancora la tipica colorazione verde. Sul lato esterno circa a metà altezza, sono presenti due piccole aperture di forma quadrata (una tamponata). Una curiosità: verosimilmente in un tempo passato le ante sono state smontate e riassemblate, o rovesciate ed invertite destra/sinistra, come si può capire all’interno dagli incassi lasciati scoperti dallo spostamento delle bandelle e dell’occhiello del braccio, all’esterno dalle giunzioni della cornice perimetrale sulla parte alta (che originariamente si trovava in basso?), probabilmente per eliminare la parte marcita. Forma, materiali e tecnica costruttiva rimandano al ’700, e pertanto è ipotizzabile che la costruzione sia coeva a quella del fabbricato (1671) o di pochi decenni successiva, forse proprio in occasione del rialzamento della chiesa per iniziativa dell’allora parroco Giambattista Silotti, reggente la parrocchia dal 1682 al 1731 (Piergallina, 1963).” In accordo con il Comune di Grottazzolina, proprietario dell’immobile, si è deciso per un rifacimento ex novo della parte lignea, rispettando le dimensioni, la forma, il materiale (o utilizzo di altra essenza con caratteristiche assimilabili) la tecnica costruttiva e la finitura superficiale della porta vecchia, con il recupero di tutta la ferramenta originale, trattata con un valido prodotto antiruggine prima di essere rimessa in opera sugli stessi cardini a muro. Solo la serratura inadeguata e non più funzionale (mancante della chiave), è stata sostituita con una moderna montata a toppa. La struttura della nuova porta ricalca esattamente quella della porta originale e per il tavolato esterno si è optato per il castagno, un legno tradizionale e molto versatile, leggero, stabile e piuttosto durevole. La fodera interna invece è stata costruita utilizzando il tiglio, molto simile all’arbuccio (pioppo) della porta originale. L’unione delle tavole è stata realizzata come la vecchia con l’utilizzo di chiodi forgiati di nuova fattura artigianale. L’uso delle macchine moderne si è limitato alle sole operazioni di sgrossatura e la cornice decorativa all’esterno è stata ottenuta con una pialla sagomatrice manuale appositamente costruita. Infine per la verniciatura ho utilizzato uno smalto lucido tradizionale a base di olio di lino cotto, sia per la parte lignea, sia per la ferramenta verniciata a colore. La stesura è avvenuta a pennello. La colorazione è stata rifatta prendendo un campione della vernice originale. Per permettere la rimozione della ferramenta e il rilievo delle misure, la porta vecchia è stata rimossa è trasportata in laboratorio, e al suo posto montata una porta da cantiere. L’intervento (compreso il periodo di stagionatura delle tavole dopo il taglio e la squadratura preliminare, necessaria per evitare movimenti del legname in opera) si è concluso in circa quattro mesi (da agosto a dicembre 2021). La conservazione di buona parte della ferramenta antica e il rispetto del disegno e delle tecniche costruttive originali collocano l’intervento a metà fra un restauro conservativo e un rifacimento ex novo. In questo caso lo stato di degrado del vecchio era così avanzato da rendere impossibile un restauro vero e proprio capace di ristabilirne la piena funzionalità. |